Giovedì 30 novembre dalle ore 9.10 alle 11.00, presso l’Aula magna “G. Bianca” del Liceo Statale “Archimede” di Acireale si p tenuta una Lezione sulla Costituzione Repubblicana Italiana dal titolo “Bella tra le belle. Decalogo breve alla riscoperta della Costituzione Italiana”.
Di seguito si pubblica l’abstract relativo all’intervento del Prof. Stefano Agosta,Docente di Diritto Costituzionale Università degli studi di Messina.
Assai singolare è il destino capitato alla Costituzione italiana. Nella maggior parte delledemocrazie del mondo occidentale, la Legge fondamentale ha assolto (e continua tutt’ora ad assolvere) la funzione di smorzare il conflitto sociale: consacrando una tavola minima di valori fondamentali su cui tutti i cittadini non possono che trovarsi d’accordo, essa riesce in linea di massima a mantenere la pacifica convivenza civile.
Molto diversamente (se non del tutto all’inverso) sono invece andate, e vanno, le cose in Italia dove, com’è noto, raramente un testo normativo è riuscito a coagulare intorno a sé sentimenti talmente contrastanti di amore e odio come, appunto, la Carta costituzionale. In una congiuntura talmente delicata come quella che il paese sta dolorosamente attraversando (non solo sotto il profilo economico ma pure sociale e politico) sottovalutare perciò la questione con la considerazione che in Italia è fisiologico dividersi praticamente su tutto (ivi compresa, a maggior ragione, la Costituzione repubblicana) oltre che ingenuo rischia di risultare quindi fuorviante.
L’obiettivo che la proposta del ciclo di incontri con gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori (e, più in generale, con la cittadinanza complessivamente considerata) si prefigge molto modestamente di raggiungere è dunque quello di stimolare una lettura meno superficiale e stereotipata della Legge fondamentale del 1948. Anche in considerazione della eterogenea formazione dei destinatari, la forma che si è a tal fine prescelta è quella colloquiale ed informale del “decalogo breve” evocato nel titolo del presente abstract: di un elenco (discrezionale e non esaustivo) di indicazioni di massima che possano, cioè, consentire di inforcare davvero “nuove lenti” attraverso cui rileggere il testo che, proprio quest’anno, taglia il traguardo del settantesimo anno di vita. Solo facendo piazza pulita degli estremismi che vorrebbero la nostra Carta costituzionale come la migliore (o, all’opposto, la peggiore) del mondo potremo, almeno, sperare di guardare ad essa per quello che realisticamente è (e non per ciò che nei nostri desideri vorremmo che fosse).